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Con Internet e la diffusione dei social network sappiamo (o almeno lo avremo sentito dire una volta) quanto sia cambiato il nostro modo di informarci. Riconoscere le notizie vere in mezzo a un mare così vasto di materiali non è banale per un adulto, figuriamoci per un ragazzo o un bambino! E allora, cosa possiamo fare?

Se sei un genitore

Se sei un genitore, di certo non puoi far finta che tuo figlio quotidianamente viene in contatto con centinaia di stimoli che arrivano da Tik Tok, da Instagram, da Whatsapp, da Youtube e che potrebbero fornire informazioni sbagliate, a volte pure pericolose. Bisogna agire subito e fornire una piccola cassetta degli attrezzi per imparare a capire cosa c’è di buono e cosa di cattivo. Il male non è avere tante informazioni, ma non saperle catalogare, selezionare, riconoscere.

Se sei un insegnante

Se sei un insegnante sai quanto devi lottare in classe per smontare una notizia che i ragazzi hanno letto da qualche parte e che ritengono vera, pur non essendolo affatto. Certo, sarebbe comodo pensare ai ragazzi come a soggetti in grado in autonomia di sapersi destreggiare meglio dei grandi tra social post, meme e video di influencer. Ma non è così. E allora, possiamo lavorare con loro per aiutarli a smontare le cose lette e contribuire così a rendere Internet un posto meno inquinato.

Che tu sia un insegnante o un genitore, questo un decalogo per riconoscere le notizie farlocche

  1. Non fermarsi ai titoli. Cosa che si fa molto spesso e che porta a condividere notizie false. Leggere almeno una parte dell’articolo aiuta almeno a capire il senso del titolo e a volte a riconoscere al volo la non autenticità.
  2. Googlare, soprattutto se la notizia sembra eclatante. A volte basta una ricerca veloce per capire che non esiste traccia nel web di notizie di quel tipo e quindi per arrivare alla conclusione che si tratta non tanto di scoop ma di una vera e propria bufala.
  3. Consultare i servizi antibufala. Ci sono diversi siti o gruppi Facebook che come servizio di pubblica utilità ci aiutano a intercettare le notizie false. Dare una sbirciatina su questi in caso di dubbi non è male.
  4. Verificare l’url della notizia. Spesso le fake news sono ospitate da siti i cui nomi somigliano a quelli di quotidiani affermati ma che nulla hanno a che vedere con questi. Se già dall’indirizzo si capisce che la fonte non è così attendibile come sembra, forse è meglio non condividere.
  5. Controllare le date di pubblicazione: a volte sono vecchissime, superate dagli eventi oppure non compatibili con la notizia e ci fanno capire quindi che la notizia non è una notizia.
  6. Attenzione a refusi e errori. Vero che a volte capita anche nelle migliori famiglie (e quindi alle migliori testate, anche nazionali), ma la presenza di evidenti errori di ortografia o evidenti refusi sono sintomo di notizia fasulla.
  7. Una ricerca sulla fonte. Questa dovrebbe essere la regola numero uno perché se la fonte non è conosciuta e autorevole un dubbio possiamo farcelo venire.
  8. Un occhio alle foto. Esistono siti che ci consentono di comparare delle immagini per verificare se queste sono autentiche o sono già state pubblicate altrove. Un esempio? Sui social network girava una foto attribuita al crollo del ponte di Genova che era invece stata scattata per il crollo delle torri gemelle. Un fake facile da individuare con una semplice ricerca.
  9. Leggere. Un consiglio che si ricollega al primo: sappiamo quanto oggi siano poche le persone che riescono a leggere un articolo intero e, al contrario, quanto siano numerose quelle che condividono e commentano prima di leggere. Approfondire, quindi leggere, è invece l’unica cosa che potrà salvarci dal digerire tutto ciò che altri vorrebbero farci mangiare.
  10. Non condividere tutto. Ultimo ma non meno importante come consiglio. Facile condividere “notizie shock”. Serve ad avere like e commenti che però, se riferiti a falsi nemmeno d’autore, non servono a nessuno, tanto meno a migliorare la nostra reputazione e credibilità sui social.

E' analista, programmatrice e formatrice. Giornalista per passione, scrive quasi esclusivamente di tecnologia. Ma prima o poi cambierà tema. O forse no.

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