Tempo di lettura: 6 minuti

Nasce oggi su Sifascuola la rubrica di orientamento a cura di 311 Verona, tramite la quale proveremo a contribuire a questo progetto portando la nostra esperienza sul campo e il nostro punto di vista che prende forma nell’osservatorio di 311 Verona, dove ogni giorno avviene una naturale contaminazione tra giovani e professionisti del mondo del lavoro, con l’intento di stimolare che porta come risultato un confronto continuo e una crescita in entrambe le parti.

Cos’è l’orientamento?

Possiamo definire l’orientamento come la capacità di fare scelte. Comprendiamo quindi l’importanza di allenare questa competenza abituando quanto prima il bambino e poi il ragazzo ad assumersi la responsabilità di prendere una decisione, a individuare dei criteri di scelta, a documentarsi raccogliendo informazioni utili e attendibili, a conoscere se stesso, a definire degli obiettivi personali e così via.

Camilla, classe 1999, ci racconta la sua l’esperienza di orientamento soffermandosi sui criteri di scelta presi in considerazione.

Per anni ho pensato che la mia strada fosse diventare veterinaria e lo credevo perché follemente innamorata degli animali e perché mi veniva riconosciuta anche dagli altri una grande sensibilità e capacità nell’entrare in relazione con loro e molta disponibilità a prendermene cura. Finita la scuola superiore ho tentato per due anni di accedere al corso di laurea in veterinaria purtroppo entrambe le volte con esito negativo. Nello sconforto e nella rabbia causati da questo fallimento e nel disagio e nella fatica dati dal dover intraprendere un percorso diverso da quello immaginato inizialmente, ho capito che avevo giudicato negativamente il corso di studi che attualmente frequento con molti pregiudizi e senza conoscerne realmente le caratteristiche e le possibilità che offre e ora ho chiaro che non vorrei essere una veterinaria nella vita perché ho riflettuto in modo più consapevole sulle caratteristiche di questa figura professionale che lavora molte ore al giorno quasi esclusivamente a contatto con gli animali e che li assiste in condizione di malattia, tristezza e sofferenza e non fa per me. La difficoltà mi ha fatto cogliere aspetti diversi e mi ha fatto crescere nel poter apprendere nuove conoscenze ed esperienze.”

Esistono tanti modi per allenare l’orientamento nei nostri studenti, nei nostri figli. Tra tutti le prove di realtà, situazioni reali ma “protette” in cui i giovani uomini e le giovani donne si possano sperimentare.

Perché il tema interessa i genitori?

Immaginiamo di chiedere ai nostri figli di scegliere uno sport dopo averne provati diversi proponendo loro di riflettere su cosa piace e cosa invece no di ogni singola disciplina sperimentata e infine di descrivere sulla base di quali evidenze fanno la loro scelta.

Un altro esercizio che possiamo proporre a casa anche ai più piccoli è quello di preparare la valigia per un viaggio valutando poi insieme le motivazioni che hanno portato alla selezione di abiti e accessori.

Il ruolo del genitori in questi casi è duplice: da un lato funge da sprone lanciando sfide ben ponderate ma sempre più stimolanti ai figli, dall’altro rimane un importante riferimento a disposizione per il confronto quando i figli ne avranno bisogno.

Perché il tema interessa gli insegnanti?

Scegliere il piano di studi è un bellissimo esercizio di orientamento. Avere la possibilità di personalizzare il proprio percorso formativo rispetto agli interessi attuali o agli obiettivi che s’intende raggiungere allena l’orientamento.

Un’altra attività che può essere proposta è il gioco degli schieramenti. Vengono proposte diverse affermazioni al gruppo classe e per ognuna di esse si chiede agli studenti di prendere posizione (anche fisica nello spazio creando delle vere e proprie aree sul pavimento) rispondendo con un sì, con un no o con un forse. Il docente, che si troverà a vestire i panni del facilitatore, può coinvolgere alcuni studenti chiedendo loro di motivare la propria posizione. Gli altri studenti, dopo aver ascoltato la motivazione del compagno, potranno cambiare posizione. Questo esercizio ha finalità diverse a seconda del contesto in cui si inserisce ma se fatto nell’ambito dell’orientamento (ad esempio sulla conoscenza del mercato del lavoro e delle figure professionali o sul mondo della formazione superiore o post diploma) può contribuire a rafforzare l’identità individuale degli studenti attraverso il confronto con il gruppo classe.

I questionari di autovalutazione

Uno strumento interessante che possiamo proporre all’interno di un percorso di orientamento è il questionario. Per capire come sfruttarlo al meglio scopriamo innanzitutto come NON va inteso.

Quante volte ci siamo affidati a giornali, riviste, siti e social network che propongono questionari capaci di restituirci un’immagine esaustiva su di noi, quasi avessimo bisogno di sentircelo dire da un algoritmo? Ecco, il questionario non è un oracolo, non possiamo aspettarci di ricevere risposte fatte e finite sulla nostra persona e sulla strada che dobbiamo intraprendere ma dobbiamo intenderlo come punto di partenza del processo di orientamento.

Il questionario restituisce una fotografia del “qui e ora”, significa che è valido nel momento in cui viene compilato. L’essere umano è in continua mutazione grazie alle esperienze che fa, all’età che sta vivendo, alle conoscenze che acquisisce ecc., pertanto lo stesso questionario somministrato più volte a distanza di tempo restituirà scenari diversi.

Quella appena descritta può tuttavia diventare una strategia per aiutare gli studenti a prendere consapevolezza di quanto e come può cambiare nel tempo il loro punto di vista e la consapevolezza che hanno di se stessi.

L’output di un questionario ci può aiutare a mettere ordine sulla conoscenza di noi stessi e sarà uno stimolo per la ricerca di informazioni a partire dai propri interessi, dal proprio approccio allo studio e così via.

Uno strumento per orientarsi? Plan Your Future

Il portale di orientamento Plan Your Future è stato pensato come punto di incontro tra studenti, genitori, docenti e orientatori, accessibile da diversi device il cui utilizzo è completamente gratuito. Il progetto nasce per volontà di Fondazione Edulife e altri partner operativi e sostenitori a cresce all’interno dei muri di 311 Verona come buona pratica utilizzata in molti progetti di orientamento e didattica orientativa.

L’obiettivo di Plan Your Future verso gli studenti è fornire un’informazione filtrata rispetto alle tante presenti in Rete e incoraggiare la ricerca attraverso una serie di stimoli capaci di aprire gli orizzonti, di mostrare aspetti che non erano stati presi in considerazione dall’utente.

Lo stesso strumento utilizzato da docenti ed esperti nel settore dell’orientamento diventa una cassetta degli attrezzi pronta all’uso, una comunità di pratica tra colleghi, perché no, uno strumento per aggiornarsi, un modo diverso per parlare di orientamento con i propri studenti.

Infine Plan Your Future si rivolge ai genitori riconoscendo il loro grande valore nel supportare i figli nella ricerca di informazioni, nella scoperta di se stessi e nella scelta che riguarda il loro futuro.

Tra tutti gli strumenti a disposizione su questa piattaforma, guardiamo oggi ai Questionari di autovalutazione: ne trovate otto, di questi alcuni si rivolgono a studenti della secondaria di primo grado, altri sono più adatti a studenti delle superiori. Per accedere ai questionari è necessario registrarsi sulla piattaforma, anche questa attività è completamente gratuita.

Lasciate che il ragazzo compili in autonomia il questionario e aiutatelo, se necessario, nella comprensione di alcuni item proposti.

A fine compilazione i genitori…

Una volta terminato il questionario, leggete insieme i risultati. Lasciate che siano i ragazzi a fare le prime considerazioni. Chiedete se si sentono correttamente descritti da quei risultati o se si aspettavano di ricevere altre risposte e in tal caso, quali. Definite insieme i prossimi step. Se si tratta di un questionario sugli interessi, i prossimi step possono riguardare la ricerca di informazioni affini agli ambiti più rappresentativi (indirizzi di studio, esperienze di stage/PCTO, attività extra scolastiche).

A fine compilazione i docenti…

Quando la classe avrà terminato la compilazione, voi insegnanti dedicate un breve momento alla lettura individuale dei risultati ottenuti per poi invitare tutti gli studenti a seguirvi nell’interpretazione dei punti di attenzione dei risultati del questionario. Il valore aggiunto di fare un questionario a scuola è la possibilità di stimolare un confronto tra ragazzi, produrre delle piccole statistiche di classe sui risultati emersi e perfino creare gruppi di lavoro in base ai risultati ottenuti con i quali proseguire le attività di orientamento successive.

È importante chiedere allo studente se si sente rappresentato dall’output del questionario o se invece non si ritrova in quei risultati.

Prove di realtà o questionari di orientamento?

L’elemento comune tra prove di realtà e questionari di orientamento è la riflessione che è necessario stimolare al termine dell’esperienza e questa capacità è propria di un educatore, sia esso un docente o un genitore.

L’orientamento coinvolge tutte le sfere della vita di una persona e se riconosciamo l’importanza del patto educativo tra scuola, famiglia e studente stesso, viene spontaneo attribuire anche a luoghi d’incontro digitali, come anche Plan Your Future, un grande potenziale. Spero che possa diventare uno strumento utile nella mani di chi legge!

 | Website

UX Designer, appassionata di orientamento e in formazione continua, lavora nel Terzo Settore ed è mamma di un piccolo uragano di nome Pietro.

311 Verona
E' un learning accelerator dove i giovani hanno la possibilità di sperimentarsi e scoprire i propri talenti attraverso un’alleanza intergenerazionale con le imprese del territorio.