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Nella scuola che vorrei ci sono tante cose. Sicuramente tutte quelle che abbiamo perso in questo 2020, ma soprattutto le tante occasioni mancate che da insegnanti e genitori abbiamo avuto modo di intercettare e che ci piacerebbe potessero tornare nel 2021.

Da genitore

Nella scuola che vorrei c’è sempre più spazio per l’interazione ragazzi-insegnanti, frutto anche di uno studio (e di un impegno) autonomo, da vera classe capovolta insomma che il digitale potrebbe incentivare.

Nella scuola che vorrei un momento di “crisi” come questo dovrebbe farci comprendere quanto per valutare non possa bastare un numero, ma sia necessario pesare le mille sfumature d’impegno dimostrato e la capacità di adattarsi di un ragazzo (e a maggior ragione di un bambino).

Nella scuola che vorrei non si suggerisce un software, una piattaforma, un modello di tablet o computer ma si insegna a valutare ciò di cui si ha bisogno e a scegliere liberamente (magari con una attenzione all’open source).

Nella scuola che vorrei i ragazzi vengono accompagnati nella loro crescita personale, culturale e sociale attraverso momenti di confronto. Le prove in itinere sono costruite per valutarli nella loro autonomia, comprensione degli argomenti, e capacità di ricerca, non per metterli in difficoltà.

Da insegnante

Nella scuola che vorrei c’è tutto quello che serve a fare del mio meglio: connessione alla Rete “decente”, dispositivi e soprattutto tutta la formazione necessaria a usare tutto questo.

Nella scuola che vorrei c’è libertà di scegliere gli strumenti digitali utili a fare un lavoro, anche se questi sono diversi da “quelli che usano tutti”.

Nella scuola che vorrei c’è spazio per il digitale visto come un fluido che attraversa ogni materia e che non è delegato soltanto all’insegnante che si occupa di informatica o matematica.

Nella scuola che vorrei la didattica con il digitale non è un ripiego, ma la quotidianità.

Nella scuola che vorrei, grazie al digitale, costruisco i contenuti insieme agli studenti, ho possibilità di personalizzarli e renderli accessibili e inclusivi.

Un augurio per il 21?

Nella scuola che vorrei… Basta contrapporre didattica in presenza e didattica a distanza perché l’una può contribuire ad arricchire l’altra

E' analista, programmatrice e formatrice. Giornalista per passione, scrive quasi esclusivamente di tecnologia. Ma prima o poi cambierà tema. O forse no.

Docente, formatore e facilitatore nel campo ICT. Cofondatore del coderdojo il Tione (Verona), si occupa da diversi anni di accompagnare bambini, ragazzi e adulti alla scoperta del mondo digitale in modo consapevole

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Nella scuola che vorrei…