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Gli strumenti digitali non solo servono a rendere più semplice la vita di tutti i giorni, il lavoro, lo svago, ma sono diventati veri e propri acceleratori di inclusione sociale e vanno dunque considerati anche in relazione all’impatto che sono in grado di generare. Basti pensare quanto nella pandemia siano stati fondamentali nell’erogare l’istruzione ai giovani, far lavorare milioni di persone e tenere in contatto familiari e parenti da ogni parte del mondo.

Purtroppo, però, non sempre ci rendiamo conto di quanto queste tecnologie, consapevoli della loro importanza, siano veramente accessibili e inclusive per chiunque. Il linguaggio utilizzato, per esempio, non sempre è facilmente comprensibile a tutto e questo rischia di incentivare il divario di alfabetizzazione digitale del Paese, colpendo maggiormente le fasce che forse ne avrebbero più bisogno. La tecnologia è considerata uno strumento di supporto importantissimo per favorire l’inclusione sociale di soggetti fragili, come le persone disabili che usufruendone riescono a superare le barriere linguistiche, motorie e spesso anche quelle relazionali, favorendo una maggiore indipendenza e autostima dei soggetti.

Il progetto AIM per la media education inclusiva

Per affrontare il problema relativo all’utilizzo dei media come strumenti di inclusione sociale e rispondere alla difficoltà sul linguaggio che spesso si trova in Rete, tra le diverse iniziative a sostegno della problematica, citiamo il progetto Europeo Accessible Information Material (AIM), promosso da “Uniamoci Onlus” di Palermo, in collaborazione con diversi partner italiani ed europei.

Il progetto si è prefissato l’obiettivo di costruire dei manuali di alfabetizzazione digitali che utilizzino un linguaggio facile e comprensibile a tutti. L’elemento innovativo dell’iniziativa sta nel fatto che le persone disabili sono state coinvolte in tutte le fasi progettuali, dalla rilevazione dei bisogni alla scelta del linguaggio da utilizzare nella costruzione dei manuali utili alla loro alfabetizzazione.

Il progetto ha riscosso un grande successo ed è stato capace di generare un forte impatto per le persone coinvolte. Inoltre, il materiale può essere utile ad agevolare l’alfabetizzazione digitale e può essere riutilizzato come modello nella costruzione di altre iniziative che vogliono promuovere la tematica.

Questa breve storia, vuole farci capire quanto sia importante utilizzare nei media un linguaggio che sia il più inclusivo possibile e farci riflettere su quanto questi strumenti siano capaci di agevolare l’inclusione.

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Media education: come favorire l’inclusione sociale dei soggetti fragili?