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Crescono in fretta al pari di quanto velocemente imparano ad utilizzare nuovi software e tecnologie. I social? Ormai parte delle loro vite. Se anche si prova a limitare la possibilità di iscrizione ai siti web, alle piattaforme e ai social network ai maggiori di 14/16 anni, alla fine i dati dimostrano che oltre un bambino di quinta elementare su due ha uno o più profili sui social network e soltanto la metà possiede un profilo di tipo privato. È tanto grave? Sì, lo è. Non tanto per il fatto di essere iscritto con o senza il nostro permesso, quanto il problema legato spesso a una mancata consapevolezza nell’uso di strumenti tanto potenti. I dati raccolti nell’anno scolastico 2022/23 evidenziano che il 32,7% dei partecipanti trascorre online almeno 3-4 ore al giorno, il 9,7% dichiara di trascorrere online almeno 5-10 ore e il 4,7% di essere sempre connesso. Il principale uso è quello di WhatsApp seguita dall’applicazione Discord. Spesso quest’ultimo si abbina all’utilizzo di videogame che, se opportunamente usati, possono avere un impatto positivo nella formazione dei ragazzi (dall’infanzia all’adolescenza) ed essere di ausilio nell’apprendimento e nell’acquisizione di competenze. Il punto è che le app e i giochi scaricati on-line presentano delle minacce ed i ragazzini. Dall’indagine di Telefono Azzurro-Doxa emerge che il rischio ritenuto più probabile dai ragazzi intervistati è quello di essere contattati da estranei adulti (75%). Secondo il 64% il rischio è condividere troppi dati personali, mentre il 63% teme di incappare in contenuti violenti oppure sessualmente espliciti (62%). Anche il bullismo e le discriminazioni sono considerati probabili da parte del 62% degli intervistati, mentre il 38% indica l’invio di contenuti di cui poi ci si può pentire.

Come fare per proteggere i giovani?

Le buone pratiche di sicurezza informatica partono dal ricordare l’importanza di una password sicura e robusta da cambiare con regolarità. La scelta deve evitare sequenze banali, preferendo almeno otto caratteri includendo anche simboli e numeri. Non bisogna condividere le password per più servizi, ma usarne una differente per accedere a ogni servizio. Inoltre conviene evitare di connettersi a reti WiFi pubbliche, senza VPN: malintenzionati potrebbero creare anche un hotspot ad hoc, chiamato “Wi-Fi pubblico gratuito” che può essere utilizzato per carpire tutto il traffico in movimento tra il dispositivo e un sito web.

Bambini e adolescenti devono imparare a riconoscere ed evitare il phishing, una tecnica fraudolenta per rubare dati personali, e dovrebbero essere aiutati nel segnalare minacce e atti di cyberbullismo. Navigazione sicura significa evitare di fornire dati personali, evitare tracciamenti uscendo dagli account, cancellando cookie e cronologia del browser e, in caso di necessità, utilizzando una VPN per cifrare la navigazione.

Dal canto loro, i genitori, devono imparare a conoscere cosa fanno i propri figli online, affiancandoli, tenendo aperto un dialogo con loro e utilizzando, nel primo periodo in cui si consegna uno smartphone, uno strumento di parental control, utile per sapere quali giochi, app e siti per lo streaming usano e impostare orari e giorni in cui è possibile navigare.

Nessuno ha detto che sia facile ed immediato ma dobbiamo iniziare a lavorarci su il prima possibile perché è evidente che non esisterà mai più un mondo senza Internet.

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