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Nell’ultimo post abbiamo visto come il grande poeta Trilussa ha ben spiegato in dialetto romanesco il concetto di media, quell’indice che racchiude in sé l’ammontare dei valori osservati suddiviso per la numerosità della popolazione osservata.

Abbiamo anche visto che, pur mancando i dati effettivi sul consumo di pollo all’epoca di Trilussa, era possibile però studiare le proprietà della media su dati generati in modo casuale.

Ma, nella settimana in cui cade l’OpenDataDay (6 marzo), vorrei suggerire una ricerca di open data relativi alla produzione e al consumo alimentare, ovviamente non nell’epoca di Trilussa, ma comunque relativi alla produzione di pollo e quindi alla disponibilità per il consumo.

Il sito della Food and Agricolture Organization of the United Nation (FAO) al link:

http://www.fao.org/faostat/en/#home

viene proprio in nostro aiuto.

Come si legge nella home page del portale, “FAOSTAT provides free access to food and agriculture data for over 245 countries and territories and covers all FAO regional groupings” … e chissà quanta ispirazione avrebbero trovato poeti sensibili come Trilussa.

Scegliendo di esplorare i dati, troviamo varie categorie tra le quali la Produzione e in particolare quella di Animali vivi. Scegliendo questa voce arriviamo in un dash board che permette di selezionare tra molti indicatori; in particolare:

  • la tipologia di animale allevato … scegliamo “pollo”
  • i Paesi oggetto della nostra ricerca … scegliamo “Italia”
  • gli anni oggetto di rilevazione … li scegliamo tutti, dal 1961 fino al 2019, ultimo dato disponibile

E’ ora possibile osservare direttamente i dati sotto il pannello di controllo in forma tabellare, oppure effettuarne il download in un file con estensione CSV, Comma Separated Value. Si tratta di un file di testo contenente i dati, siano essi numerici o testuali, separati tra loro dal carattere “,”. Tale file può essere facilmente aperto da una applicazione per gestire fogli di calcolo, ad esempio CALC di LibreOffice.

CALC mostra subito la seguente finestra di dialogo attraverso la quale è possibile effettuare delle scelte relative al carattere di separazione dei dati, anche in funzione dell’area geografica in cui ci si trova e in particolare alla lingua utilizzata per l’installazione degli strumenti di LibreOffice; infatti, in Italia il carattere “,” viene utilizzato anche come separatore decimale per i numeri e questo potrebbe creare qualche confusione. Fortunatamente i dati ricavati non risentono di questa problematica e dall’anteprima mostrata è possbile verificare la correttezza della loro rappresentazione nelle celle del foglio e cliccare su OK.

L’osservazione del foglio di calcolo mette in luce alcune colonne che contengono codici certamente importanti per la catalogazione dei dati nel data base di FAOSTAT, ma sicuramente superlui per la nostra elaborazione.

Consiglio quindi di eliminare tranquillamente le colonne dalla A fino alla I, ottenendo:

Anche la nuova colonna B può essere superflua, collocando però l’informazione che fornisce, fondamentale per la corretta lettura dei dati, in un’altra zona informativa:

Scorrendo le colonne C e D ci si accorge che i dati non sono tutti ufficiali ma, da una attenta osservazione, il pannello di controllo mette a disposizione informazioni riguardanti la metodologia adottata da FAOSTAT nella rilevazione, nella validazione e nell’eventuale stima dei dati; si trovano anche le tipologie di dati disponibili, che sono le seguenti:

Ulteriori informazioni vengono fornite per comprendere le metodologie applicate, ma questo esula dagli obiettivi di questa elaborazione dei dati.

La rappresentazione grafica relativa all’andamento della distribuzione “Allevamento pollo in Italia” negli anni dal 1961 al 2019 è dunque la seguente:

Dal grafico si può semplicemente osservare un andamento un po’ altalenante nella produzione di pollo, ma null’altro di così interessante.

Tralasciando il fatto che non tutti i polli allevati in Italia siano destinati al consumo interno (e anche su questo aspetto si potrebbe effettuare qualche ricerca, magari utilizzando altre fonti), il che modificherebbe sicuramente i valori, una considerazione sorge però spontanea: quanto pollo è disponibile per ogni cittadino italiano?

La risposta a questa domanda può essere ricavata dalla conoscenza della numerosità della popolazione italiana nello stesso arco temporale e FAOSTAT ci viene in aiuto per ottenere dati anche su questo aspetto scegliendo nella home page la voce “Population” e arrivando al dash board “Annual Population”. Selezionando i dati per l’Italia e per il periodo dal 1961 fino al 2019 e scaricando il file CSV, si otteniene una nuova colonna da avvicinare a quelle precedentemente ricavate; con una semplice formula si calcola quindi la quantità di pollo mediamente disponibile per ogni persona in ogni anno:

Per facilità di rappresentazione propongo la rappresentazione grafica dei valori medi annuali della disponibilità di pollo per ciascun cittadino italiano:

E c’è da chiedersi cosa sia mai accaduto nell’anno 1996!!!

Ma soprattutto, cosa avrebbe pensato Trilussa di tutto ciò, alla luce del fatto che nell’anno in cui è andata peggio (2007) mediamente abbiamo avuto disponibilità di 1,6 polli pro capite, mentre l’anno migliore (1996) ne abbiamo avuti 2,9 … sempre in media.

Mi occupo di informatica da circa 40 anni con vari ruoli: studentessa
nella specializzazione Informatica dell'istituto tecnico industriale
quando ancora per programmare si perforavano le schede, poi
programmatrice sui mitici BCS dell'Olivetti, successivamente
Insegnante Tecnico-pratica nella stessa mia scuola. Posso quindi
affermare di essere stata testimone dell'evoluzione dell'informatica
sia dal punto di vista hardware che software.
Mi affascinano molto gli aspetti cognitivi dell'apprendimento e
quindi tutto quanto abbia a che fare con la didattica
dell'Informatica. Ho infatti collaborato con docenti dei vari gradi di
scuola per realizzare progetti informatici, sperimentando approcci
di vario tipo, anche unplugged, e sono stata formatrice per gli
aspetti della didattica digitale nei corsi per docenti neoassunti.
Per passione, ho collaborato come volontaria in un coderdojo.
Mi piace ricordare che la mia prima vera insegnante di informatica
è stata la mia mamma grazie al suo lavoro di sarta e di
ricamatrice.

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Trilussa e gli Open Data